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Racconto di una urbana inciviltà

di Francesco Mignano Comunicazione Visiva - 2013

di Francesco Mignano Comunicazione Visiva – 2013

Ricevo dall’amico Francesco e pubblico:

sottotitolo: Sono piccolo e tollerante, però…

Non sono certo un Marcantonio né un palestrato (sebbene la mia massa muscolare, grazie a giusta alimentazione, agopuntura e ginnastica, è notevolmente aumentata negli ultimi mesi), soprattutto sono una persona molto (a volte troppo) tollerante e comprensiva.

Ma non sopporto arroganza e prepotenza condite da maleducazione: di fronte a ciò spesso non riesco a trattenermi e a dimenticarmi di possibili conseguenze.

Forse è nel DNA di famiglia: ricordo, per esempio, che mio nonno (che però era tre volte più grosso di me) negli Anni Venti del secolo scorso dovette interrompere la propria brillante carriera di ufficiale della Marina Militare perché non ci pensò due volte a scaraventare giù dal ponte di comando il primo ufficiale che vessava un marinaio semplice; forse, con il senno di poi, fu anche un bene perché mio nonno fu costretto a emigrare negli Stati Uniti d’America dove fece fortuna.

Sabato, dopo essere stato in giro per Roma tutto il giorno, mi ha preso la pigrizia, non avevo proprio voglia di usare l’automobile perciò ho declinato un invito a cena e ho deciso di restarmene la sera a casa, in santa pace, e aprirmi dopo cena una agognata bottiglia di Sassicaia 2004 il cui assaggio rimandavo da un paio di mesi.

Ma verso le 21.30 mi telefona mia cognata pregandomi di andare a prendere in farmacia un antibiotico urgente per il mio nipotino treenne che aveva la febbre alta. Per i miei nipotini, effettivamente, son pronto a fare qualsiasi cosa, anche prendere l’automobile quando non ne ho davvero voglia, come sabato.

Alla farmacia notturna sarei potuto anche andarci a piedi, facendomi una piccola passeggiata serale, ma, oltre al fatto che avevo camminato tutto il giorno, avrei impiegato un po’ di tempo e potevo pure scordarmi la degustazione del Sassicaia cui ormai avevo messo il pensiero…

La farmacia notturna è in una trafficatissima piazza vicino la Basilica di San Pietro, con capolinea di autobus e tram, parcheggio di taxi e caos vari…

Per fortuna davanti c’è il classico e civilissimo parcheggio riservato a chi ha bisogno di farmaci urgenti. Peccato che mentre mi accingevo a parcheggiarmici in retromarcia, ci si infilano due taxi, quando il loro capolinea è venti metri più avanti.

Inutilmente gli suono e indico loro che mi stavo parcheggiando;  i due scendono beatamente dai taxi; io, a mia volta, scendo e faccio notare loro che quello è un posto riservato a chi deve andare in farmacia e che il loro parcheggio è avanti; il più giovane dei due (egli, sì: un marcantonio palestrato) uscito da una Opel Astra sw mi invita con strafottenza a lasciare la macchina in doppia fila che lì ci si parcheggia lui.

A questo punto non ci vedo più (e, infatti, non mi rendo davvero conto della stazza e dei bicipiti del soggetto dal cranio rasato a zero), alzo la voce e gli intimo di spostarsi perché quello è un parcheggio riservato, con tanto di cartello e striscia gialla e perché io non lascio la macchina in doppia fila.

Egli mi suggerisce di abbassare i toni ché altrimenti alza le mani, al che io dandogli letteralmente del pezzo di merda gli ripeto di spostarsi immediatamente e salgo in auto accingendomi a riprendere la manovra di retromarcia, quando me lo vedo arrivare allo sportello (per mia fortuna era scattata la sicura), provare ad aprirlo, poi riempire di pugni il vetro urlando.

Naturalmente sono usciti i farmacisti, e l’energumeno è salito in macchina e se ne è scappato.

Se avessi preso il numero del taxi sarei andato immediatamente a denunciarlo, non solo per il comportamento violento nei miei confronti ma soprattutto per la prepotenza di occupare un posto riservato a chi ne ha bisogno. Tanto più che i farmacisti mi hanno detto che non ne possono più, che quel parcheggio è diventato di proprietà dei tassisti che lo occupano sempre.

Come ho sempre ripetuto sono assai tollerante e comprensivo: sebbene si trattava di un abuso, avendo rispetto per chi il sabato sera lavora quando invece vorrebbe godersi la serata magari con la fidanzata o gli amici (anche se io non ero certo lì, di sabato sera, a divertirmi) se il tassista mi avesse detto gentilmente, per esempio «lo so che questo posto è riservato, ma rischio di perdere il mio posto nella fila dei taxi, lasciamici parcheggiare, per favore» oppure «sono due ore che guido, ho bisogno di parcheggiarmi due minuti per prendermi un caffé prima di riprendere servizio» io avrei anche capito e commesso l’irregolarità di lasciare la macchina in doppia fila… Ma la prepotenza davvero non la tollero.

Nota di Paoblog: Innanzitutto devo sottolineare che Francesco ha un soglia di tolleranza che potrebbe portarlo alla Santità, il che vi farà capire quanto forte sia stata l’arroganza e prevaricazione che ha percepito nella situazione sopra descritta.

In seconda battuta, sebbene io sia molto più fumino di lui, ma ugualmente non palestrato, vi raccomando sempre di non porvi in una situazione che possa risolversi con uno scontro fisico, perchè con un palestrato rischi due cazzotti (e già non è il caso), ma con il personaggio sbagliato oggigiorno rischi anche due colpi di pistola (o coltellate). Prendere sempre nota della targa e chiamare le forze dell’ordine.

Per dimostrare che è il più intelligente, non è necessario fare a botte, meglio usare quello che loro non hanno, il cervello. Non scambiate il timore di essere fifoni, con la stupidità.

15 commenti su “Racconto di una urbana inciviltà

  1. paoblog
    9 ottobre 2015

    e con questa vignetta di Pietro Vanessi, tagliamo la testa al toro: http://www.unavignettadipv.it/public/pv190313/?x=entry:entry151009-052626

  2. £@
    7 ottobre 2015

    si vabbe… capisco.

    …ma se…. se ma… e se poi… a continuare con l’ipotetico caso del… non se ne esce più.

    Va bene, se dovesse succedere qualcosa la cui colpa dovesse essere anche dell 1% mia che ho risposto, sara’ la buona volta che imparero’ a farmi i “ca**i miei”.

    Comunque, tornando “leggero”… io non e’ che do’ volentieri una lezione a suon di pugni o schiaffoni.. mica mi diverto…. Ma se quel prepotente le cerca io di certo non mi tiro indietro, e volentieri son disposto anche a prenderle.

    Vuoi venire in giro con me?? Magari è la volta buona che troviamo qualcuno al quale fargli notare la sua prepotenza??
    😀 😀 😀

  3. paoblog
    6 ottobre 2015

    correggerei la filosofia in “se sei sicuro di stenderlo con due pugni, senza prenderne, tanto vale darglieli” … certo è che se cadendo batte la testa e muore, come raccontano le cronache recenti? Vale la pena rovinarsi un’intera vita piuttosto che rovinarsi mezza giornata (ingoiando il rospo?)

  4. £@
    6 ottobre 2015

    Hai ragione, sia chiaro…
    pero’ non e’ giusto stare sempre dalla parte della ragione, facendo nulla o peggio lasciando agli altri una liberta’ che non dovrebbero avere.

    Alcuni strumenti la “vittima” li ha ed e’ sacrosanto (secondo me) cercare di usarli.

    Io esagero e’ vero, ma credo che se in certe situazioni si cercasse di far “ruotare” la situazione in modo tale da favorirci, non sarebbe male. Anzi.

    …poi comunque litigare non e’ una cosa bella o da fare… ma resto della mia idea che “se si e’ sicuri che ci si prendera’ solo due pugni in faccia, forse è meglio farseli dare”… cosi’ da usarli contro di lui.

  5. paoblog
    2 ottobre 2015

    agganciandosi al tuo commento nell’altro post, va da sè che se sei “grande e grosso” e magari con una certa predisposizione ad alzare le mani se è il caso, probabilmente hai un approccio più irruento…

    vero che non ci si può far calpestare sempre, ma vero anche che la cronaca recente di quel 34enne che ha cercato di placare una rissa e si è beccato 3 coltellate (mortali) da un 19enne … poi vedi il capotreno aggredito a colpi di machete e via via, fino ai vari tassisti accoppati (a calci e pugni) a Milano … l’autista del bus a Roma…

    troppa propensione alla violenza da parte di molti e troppa lentezza della giustizia…

    e soprattutto impotenza delle FdO di risolvere – vedi ad esempio: https://paoblog.net/2015/01/22/persone-93/

  6. £@
    2 ottobre 2015

    Ciao,
    io non sono della stessa idea di Paoblog, ovvero quella di evitare lo scontro a prescindere. Dipende…..

    Se si e’ sicuri che ci si prendera’ solo due pugni in faccia, forse è meglio farseli dare… così c’è l’aggravante dell’aggressione e l’idiota di turno verra perseguito… altrimenti questo resta un brutto episodio che però resta nella memoria del solo “vessato”.. perchè l’altro se la sarà dimenticata 5minuti dopo.

    Invece così per una “cazzata” lo si marchia “a vita” con un precedente PENALE per aggressione.
    Basta fare i buoni per quieto vivere…. ogni tanto bisogna fare le cose con il cervello.

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  8. paoblog
    29 novembre 2011

    Basi legislative non ne ho, ma non sono così convinto che l’area di parcheggio davanti alla farmacia non sia autorizzata ovvero legittima.

    In ogni caso ho chiesto chiarimenti a chi ne sa più di me e Maurizio Caprino mi ha risposto che: Rientra nel concetto di sosta regolamentata, quindi si può fare.

  9. rocco
    28 novembre 2011

    E’ vero che la segnaletica allocata dall’Ente proprieario della strada va rispettata. Quindi l’energumeno doveva rispettarla e non scendere in simili accadimenti barbari.
    Va altresì affermato, comunque, che tale segnaletica, mi riferisco al parcheggio gratuito per chi si reca in farmacia, anche per pochi minuti (di solito 15), non è regolato da alcuna norma.
    In poche parole non è legittimo.

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