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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

La rabbia è cattiva consigliera (anche in auto)

Dopo tanti post con i quali ho bacchettato questo e quello, devo autoflagellarmi. Ieri sera ho commesso un errore in auto, nulla di drammatico, ma resta il fatto che ho fatto il pelo ad un pedone.

Non stavo fumando, non stavo parlando al cellulare, non stavo mettendo un cd nella radio, mi ero semplicemente arrabbiato per una questione di viabilità ed ho svoltato ad un incrocio (con il verde, beninteso) in maniera un pò brusca; pioveva forte, era già buio, i vetri non erano appannati, ma la visibilità era quella che era, resta il fatto che non ho verificato che non vi fosse un pedone sul marciapiede.

Invece c’era ed ha attraversato. L’ho intuito più che vederlo, ho scartato a sinistra (non andavo forte in ogni caso, sui 30 kmh), lui mi ha giustamente mandato a fancucciolo o giù di lì e con l’ombrello aperto mi ha dato una botta sull’auto.

Non intendo accampare scuse, ma ripensandoci con calma, sono convinto che anche il pedone abbia un minimo di responsabilità, nel senso che ha attraversato senza guardare.

Ora che cosa mi ha fatto arrabbiare, causando una momentanea perdita di lucidità?

Un auto che era parcheggiata in seconda fila e mentre le sfilavo accanto, sulla sinistra, con la freccia a destra per svoltare nella via laterale, è partita di colpo, senza segnalare, ponendomi in una situazione complicata dal fatto che avevo la necessità di allargarmi a sinistra per evitarla, ma c’era il flusso del traffico oppure frenare con il rischio concreto di essere tamponato da quello che era subito dietro.

Ho fatto entrambe le cose, svoltando poi bruscamente, anche per togliermi dall’impaccio. Sbagliando.

Quanto è accaduto insegna una volta di più che quando si guida è necessario esere concentrati su quello che si fa, evitando distrazioni, perchè l’imprevisto è sempre in agguato.

Ed allora mi chiedo come si possa consapevolmente guidare distratti dal telefonino in mano, senza pensare alle conseguenze.

9 commenti su “La rabbia è cattiva consigliera (anche in auto)

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  8. Paoblog
    19 novembre 2010

    Ho pensato a lungo prima di scrivere il post, in modo da mettere a fuoco bene il tutto, ma è solo rileggendo nero su bianco che mi sono reso conto che non è stata la manovra brusca il vero errore, ma il fatto che fossi impegnano ad inveire contro l’automobilista e, qui è il vero errore, con la testa girata verso di lui.

    Ho quindi svoltato in automatico, senza avere lo sguardo sulla strada.

    Eccolo qui l’errore. Nato per l’appunto da un istante in cui ho agito senza pensare, annebbiato appunto dall’arrabbiatura.

    Ad ogni azione (altrui) c’è una reazione (nostra). Come dici tu si deve pensare anche all’effetto del nostro agire.

  9. Francesco
    19 novembre 2010

    Tutto giusto, decisamente importante trarre insegnamento da queste situazioni e da queste considerazioni come scrive Pao.

    Aggiungerei: l’insegnamento importante, da quel che è accaduto e leggiamo, non è solo pensare sempre alle conseguenze dirette e indirette del non essere concentrati mentre si guida, cosa importante e giustissima.

    Ma, anche, una circostanza cui probabilmente spesso diamo poco risalto e a cui, sicuramente, tante persone non pensano affatto.
    Le conseguenze indirette e, anche, a non necessariamente immediate di comportamenti incivili o, semplicemente, superficiali e sbadati.

    Una persona, infatti, con il proprio agire inurbano e irrispettoso può provocare irritazione in altri; irritazione, ma anche paura per una situazione improvvisa, inaspettata che poteva provocare un incidente; oppure ansia, panico, adrenalina in circolo, nervosismo. Simili scombussolamenti chimici possono annebbiare, inconsapevolmente, anche la mente, i riflessi, i comportamenti e le azioni di persone generalmente non solo ligie ma anche lucide, attente, concentrate.

    Una spirale a catena che nasce inconsapevolmente da un gesto piccolo ma fatale e che provoca conseguenze più in là nello spazio e nel tempo, come un incidente 200 metri e 45 secondi più tardi o anche di più…

    Questo vuol dire pensare sempre e valutare attentamente le eventuali conseguenze del nostro agire, anche prospettando situazioni poco probabili. Una percentuale minima si probabilità non impedisce che qualcosa accada.

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