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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Investe pedone con la moto, fugge e…

La notizia, che riassumo qua sotto in due parole, la potete leggere integralmente sul Corriere, tuttavia quello che vorrei far notare è che  F.L., 37 anni residente in provincia di Pavia, ha confessato di aver investito il pedone e di essere fuggito perché, qualche tempo prima, era stato protagonista di un analogo episodio per il quale gli era stata sospesa la patente per sei mesi.

Certo, in un paese dove non si riesce ad avere giustizia, come testimonia la vicenda collegata allo sterminio su strada della famiglia Quinci, nessuno si stupirà che certi personaggi continuino a guidare ed a commettere gli stessi errori, tuttavia forse i legislatori prima di non mandare avanti una legge sull’omicidio stradale, dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza.

Anche questa volta è andata bene, nel senso che l’investito è rimasto solo ferito, ma prima o poi si esaurirà la fortuna di F.L. 

La notizia: Ha investito un pedone in sella alla sua motocicletta, non l’ha soccorso ed è scappato. Poi però, non resistendo alla curiosità di sapere che cos’era successo, è poi tornato «sul luogo del delitto», e lì i vigili urbani l’hanno individuato e denunciato per omissione di soccorso. Gianluca C., 38 anni, è stato trasportato al pronto soccorso e dimesso con trenta giorni di prognosi per contusioni multiple.

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L’opinione di Maurizio Caprino:

Bisogna andarci piano quando si parla di inasprire le sanzioni, fino a introdurre l’ergastolo della patente e l’omicidio stradale: non è detto che il risultato sia un effetto deterrente, anzi.

Il dubbio lo fa nascere il caso di un signore che nel giro di mesi ha investito prima una persona e poi l’altra: la seconda volta è fuggito perché la prima ha imparato che in questi casi ti sospendono la patente. Mi viene da pensare che una sanzione più grave avrebbe potuto indurlo a fare tutto tranne che prestare soccorso.

Non solo: il fatto che questo signore sia recidivo può voler dire che è particolarmente sfortunato, ma lascia anche il sospetto che il primo incidente e la sospensione della patente non gli abbiano insegnato nulla per renderlo un guidatore più sicuro.

Demerito dell’interessato, certo. Ma anche di un sistema che fa poco per insegnarti l’abilità alla guida e la prudenza. Che non sono due cose disgiunte: quando uno è davvero bravo, sa quel che fa ed evita di infilarsi nelle situazioni di pericolo.